MUSICA in SCENA

di e con EMANUELE FERRARI

Scuola Secondaria di 1° grado (seconde e terze)
Scuola Secondaria di 2° grado

Un nuovo modo di ascoltare la musica: emozionante come un concerto, interessante come una conferenza, coinvolgente come un dramma teatrale. Sul palcoscenico c’è un uomo solo, ma sembrano  tre: Emanuele Ferrari (pianista e ricercatore di musicologia e storia della musica presso l’Università di Milano-Bicocca) suona il pianoforte da concertista, racconta e spiega da musicologo, si muove e incanta il pubblico da attore.

Ogni serata è dedicata a un singolo pezzo, suonato al pianoforte all’inizio e alla fine dello spettacolo. Nel mezzo non c’è tregua: dal primo istante un pezzo di musica diventa un mondo  da ascoltare, abitare, capire e gustare come non avremmo mai sperato di fare. Ferrari suona, canta, spiega, interroga e provoca il pubblico, recita poesie, cita con naturalezza i pittori, i filosofi, i letterati, e tutto diventa improvvisamente facile. Ci chiediamo, ascoltandolo frase dopo frase, come abbiamo fatto a non pensarci prima, a non sentirlo.

Credits

sito web: https://www.emanueleferrari.net/

trailer: https://www.youtube.com/watch?v=X43oWQdYboQ

Sono disponibili le seguenti lezioni concerto:

  • Mozart e lo spirito dell’Illuminismo.

Mozart: 12 Variazioni su “Ah, vous dirai-je, Maman” KV 265

La musica di Mozart incarna al più alto grado la virtù dell’esprit: un misto di intelligenza, sensibilità e umorismo tipico dell’uomo dell’Illuminismo. Tra scenette mimate, irriverenze e perfezione sublime ci trascina in un irresistibile viaggio nel teatro del mondo e nella “commedia umana”. Ma cosa significa la parola “variazioni” che compare nel titolo? Possono spiegarcelo la letteratura, grazie agli Esercizi di stile di R. Queneau, in cui una breve, banale storiella è raccontata in novantanove modi diversi, e la pittura, grazie alle numerose… variazioni sul tema della Montagne Sainte-Victoire dipinte da Cézanne.

  • UN MONDO NUOVO: Beethoven

Beethoven: Sonata op. 10 n. 2 in Fa maggiore

“Fa spavento, Lei, quando è così allegro” dice Lotte a Werther in un romanzo di Goethe, e lo stesso si può pensare di Beethoven. Nell’età delle rivoluzioni, la sua musica  scuote le  certezze del  Classicismo e getta un ponte verso orizzonti musicali sconosciuti. Tragedia e commedia, dramma e umorismo si alternano, si accavallano e si inseguono in uno spettacolo sorprendente  che non dà tregua allo spettatore: è  musica tanto plastica e ricca di dinamismo da  sembrare una scultura sonora in movimento.

  • TRA ESTASI ED AMAREZZA: Schubert 

    Schubert: Improvviso Op. Post. 142 n.3 in si bemolle maggiore.
    Letture da Hoelderlin: Iperione 

    Schubert compone pezzi che sembrano scritti per pochi amici e senza pretese di eternità: questa apparenza umile nasconde però una toccante capacità di andare al fondo delle cose, sospesa tra l’incanto dell’estasi e lo spalancarsi improvviso di abissi senza fondo.

  • LA STORIA DI UN’ANIMA: Chopin 

    Chopin, Ballata n. 1 op. 23
    Letture da Gide, Rosen, Hugo, Mickiewicz 

    “Ballata” significa racconto, narrazione di una storia. Ma come può la musica sviluppare un racconto senza le parole? Chopin dà la sua personale, originalissima risposta con la Prima Ballata, al cui centro non c’è il tempo degli eventi esteriori, ma quello dell’anima. Tra meditazioni liriche e  passi di bravura si dipana un tempo interiore fatto di presagi, trasalimenti, entusiasmi e cadute. Con impeccabile senso della forma Chopin conduce l’ascoltatore ad un finale memorabile che unisce l’eleganza dello stile, il movimento impetuoso e un impatto emotivo travolgente. E’ la romantica “epica dei sentimenti”, in cui l’ oceano della vita interiore assume i toni grandiosi di un vasto poema.

  • LO SPECCHIO DELLE DELIZIE: Schumann 

    Schumann, Variazioni Abegg op. 1
    Letture da SHeuzinga, Calvino, Schopenhauer, Zellini 

    Alle prese con il pezzo brillante per pianoforte, il giovane Schumann crea un mondo sonoro cangiante come il velluto e sfavillante come un cristallo attraversato dalla luce. La tastiera è usata come uno specchio che manda riflessi seducenti e imprevedibili. Tra luci e cristalli, il Romanticismo è in agguato, e nel gioco elegante dei suoni si aprono a tratti squarci folgoranti, improvvise illuminazioni sulla vita delle emozioni, con il tono toccante e la bruciante confidenza con cui solo Schumann sa prendere alle spalle l’ascoltatore.

  • TRA ESTRO E PASSIONE: Brahms

Brahms, Danza Ungherese n. 1 in sol minore

La prima delle Danze Ungheresi di Brahms ha tutti i  caratteri che fanno amare al pubblico questa raccolta: il ritmo incalzante,  il lirismo venato di malinconia, la fierezza zigana, l’andamento capricciosamente imprevedibile. Il virtuosismo violinistico di matrice zingaresca viene ricreato al pianoforte, chiamato ad esprimere una cangiante tavolozza che va dall’ombrosa introversione all’incontenibile frenesia della danza. Drammatica e brillante, luminosa e oscura, questa Danza Ungherese condensa in pochi minuti un intero universo musicale.

  • L’INFANZIA PERDUTA: Debussy 

    Debussy, Children’s Corner:  Serenade for the doll, Golliwogg’s Cake-walk. 

    “Alla mia cara piccola Chouchou, con le tenere scuse di suo padre per ciò che seguirà” è la toccante dedica dell’autore. L’angolo dei bambini, contemplato da Debussy, è infatti  uno specchio dell’infanzia,  vista dagli adulti:   lo sguardo del padre sul mondo della figlia è anche uno sguardo all’indietro e dentro di sé, e la magia e lo stupore del gioco hanno il sapore dolce  amaro di ciò che è perduto per sempre.

  • TRA CLASSICO E JAZZ: Gershwin 

    George Gershwin: Tre Preludi
    Testi di Blues 

    I preludi di Gershwin fondono il senso della forma della tradizione classica con la verve trascinante del jazz. Il pianoforte diviene il palcoscenico di uno straordinario spettacolo di varietà, in cui si avvicendano  musical, blues e jazz delle origini con ritmo mozzafiato. Brillanti ma corposi, esteriori eppure meditati, i preludi coniugano la nobiltà di un’opera d’arte con l’impatto fisico della grande musica da ballo.